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Monte Lama Bikepacking (PC) 2019

Bigiornaliera. Una bella avventura. Completamente in autonomia per diventare padroni della vetta per una notte e godersi un tramonto ed un’alba da paura. L’essenza del bikepacking, cenare e dormire in quota è spettacolare. Il percorso passa in secondo piano, anche se non è stato per niente facile con il carico, ma molto appagante.
Realizzato il 13/14LUG19.

Alba sul Lama

Scarica i file con tutte le informazioni:

  1. Informazioni tecniche andata
  2. Informazioni tecniche ritorno
  3. Altimetria + tabella di marcia andata
  4. Altimetria + tabella di marcia ritorno
  5. Traccia su Google Earth – Google Maps andata
  6. Traccia su Google Earth - Google Mapos ritorno
  7. Traccia GPS in formato .gpx andata
  8. Traccia GPS in formato .gpx ritorno

Galleria Immagini

Castell'Arquato
Salita al Lama
Salita al Lama
Salita al Lama
Usciti dal bosco
Ultimo strappo al Castellaccio
Castellaccio
Sul Castellaccio
Radura al Castellaccio
Quasi in vetta
In vetta sul Lama
Tende montate
La cena in vetta
Tramonto verso ovest
Tramonto
Ultima luce
L'alba in vetta
Alba
Alba
La diga di Mignano a specchio
Vista sulla pianura
Preparativi per la partenza
Pronta per la partenza
Si parte per il ritorno
Scendiamo dalla vetta
Lapide del partigiano
Radura del Castellaccio
Radura sotto il Groppo di Gora
Si scende verso Bardi
Bardi
Boschi di Luneto
Vernasca sullo sfondo
Crinale della Ciocca

























































































Il giorno dopo… (commenti)


Pabli
Il sasso è stato buttato. E’ tutto diverso. Una unione di intenti che ha creato un concerto culminato a maestoso una volta in vetta al passaggio dell’aquila sopra le nostre teste.
Ognuno con le proprie motivazioni ma con un unico obiettivo ha contribuito a formare questa piccola famiglia che ha faticato insieme per raggiungere la vetta, ha cucinato sullo stesso fornello, ha dormito nella propria tenda ma nella stessa “camerata” sotto tre quarti di luna splendente, padrona del monte per una notte, e all’alba si è svegliata per vedere il sorgere del sole sulla savana sottostante.
Non c’è un prezzo per questa cosa, ce la ricorderemo a lungo.

Com’è andata
Erano due anni che mi frullava in testa questa cosa e solo ora grazie ai miei compagni di viaggio Cesco, Daniele.Col, Sello, che ringrazio, sono riuscito ad arrivarci in fondo. E’ venuta esattamente come l’avevo pensata, anzi, ancora meglio, infatti non avevo pensato che in vetta al Lama a 1330 mt avremmo potuto cenare con una grigliata di carne e nemmeno che avremmo potuto godere dello spettacolo di un’aquila a pochi metri che passa, vira, ripassa e si allontana oltre il Menegosa il tutto senza battere un colpo d’ali. Una emozione.
E’ andata che fino a Cà del Bosco, dopo Morfasso, il viaggio è stato rilassante, spesa di carne a Lugagnano, pane a Morfasso e poi pasta, carne e gelato appunto a Cà del Bosco.
Da qui in poi fino a Terruzzi la faccenda comincia a farsi più seria per diventare impegnativa dai Terruzzi alla vetta del Lama.
Ma l’amalgama ormai era fatto, non dico di non aver fatto fatica ad arrivare su, ma non l’ho sentita, e nemmeno i miei compagni hanno dato segni di fatica. Insomma si può fare, anche da carichi, basta volerlo e creare la magia.
In soldoni io, Daniele e Sello in tutto avremo spinto per circa 800 mt, purtroppo Cesco ben di più, quasi tutti i sei km da Terruzzi al Lama grazie alla sua veneranda Olympia Leopard rapportata più per le gare ad inseguimento su pista che per la scalata di un monte. Però l’ha fatta, è stato eroico, ecco dove sta la motivazione.
Una volta in vetta subito la “doccia”, (io e Sello con una borraccia da 550ml in due) montaggio tende e preparazione del fuoco, cena e come al cinema un tramonto rosso fuoco con vista a 360° dal Monte Lesima, alle Alpi e dall’altra parte le Alpi Apuane.

La notte un forte vento scuote le tende ma poi si placa.
Ore 05,10 le prime luci, dopo qualche minuto apro la cerniera della tenda butto fuori la testa, quasi buio a monte, a valle comincia a colorarsi di arancio, poi rosso, poi spunta una puntina di sole rosso fuoco, da quassù è spettacolare.
Smontiamo le tende, alle 7,20 ripartiamo in direzione Bardi, sembra tutta discesa ma non è così, c’è ancora da salire un po’, qualche tratto a piedi e poi il tuffo verso valle in alcuni tratti molto scassati ma non ci fanno paura, tanto si scende.
Colazione a Bardi con abbondante torta di mele e risaliamo al Pelizzone, un altro tratto scassato prima dei Casali e poi Bore, attraversiamo il bosco di Luneto anche questo abbastanza rovinato ed arriviamo a Vernasca dove pranziamo con pasta, arrosto e gelato. Manca l’ultimo sforzo, tutto il Crinale della Ciocca, salita a Monterosso, Lungoarda e a casa.

Come dicevo il sasso è stato lanciato, è una nuova opportunità di viaggio, non deve spaventare, una volta che ci sei dentro puoi scoprire di avere risorse inaspettate. Ho un unico rammarico, non c’era chi si era preparato per questo, avremo altre occasioni, la strada è tracciata.

Voti: Percorso 3,5 - Paesaggio 5 – Emozioni 5.

Daniele Col
Bello bello bello.
Mi sono stra divertito dopo un fermo dalle ruote grasse (molto grasse) di due anni e mezzo devo dire che come primo giro non potevo chiedere di meglio.
Sicuramente tosto ma quando arrivi su CHE SPETTACOLO !!!!....
E fatto in buona compagnia devo dire che è stato il TOP
Naturalmente tutto 5 ma se potessi darei un bel 10.....
Grazie a Pabli Cesco e Sello per avermi aspettato perché se non lo avessero fatto mi sarei perso un tramonto spettacolare una bella notte sotto le stelle e un'alba senza parole.....

Cesco
Finalmente sono riuscito a realizzare un mio desiderio che da un po' di tempo mi frullava in testa.
É stata dura veramente dura arrivare fino alla vetta del lama, una fatica che è stata pienamente ripagata dal panorama, dalla vista dell’aquila, da un tramonto favoloso e altrettanto dall’alba, senza dimenticare la compagnia, pochi elementi ma sufficienti a tenere alto l’umore.

Come è andata:
Prima esperienza di questo genere per me, sono molto poco informato su come allestire la bici, ma soprattutto ho una bici poco adatta per il percorso che faremo. La voglia di provare alleggerisce un tantino la tensione e la preoccupazione. Sono le 8e40 circa, si parte, pedalata dopo pedalata arriviamo a Morfasso, ripenso ancora una volta al fatto che potrei aver dimenticato qualcosa, oppure aver preso qualcosa di inutile, ormai è andata sarà come sarà. Dal ristorante Cà del Bosco dove ci raggiunge Daniele da Castelvetro comincia la salita vera, dai Terruzzi invece cominciano i c…...i per tutti, un po’ di più per me,  da qui fino alla vetta farò molta strada a piedi. Sono le 17,30 circa siamo sulla vetta, abbiamo tutto il tempo di lavarci, montare le tende a pettine fra gli alberi con l’ingresso rivolto verso est per l’alba di domani, preparare il fuoco per cucinare e fare tante foto. Sveglia all’alba per immortalare il momento, dopo aver smontato l’accampamento verso le sette e rotti si parte alla volta di Bardi dove ci aspetta la colazione. Da Bardi io decido di fare tutto asfalto per non rallentare troppo il gruppo, ci ritroviamo al passo del Pellizzone dove beviamo una coca e poi via ancora per asfalto fino alle Bore dove ci raggiunge anche Daniele con la macchina. A Vernasca sosta pranzo (meritatissima). Sono le 14 circa, è arrivato il momento dei saluti, si perché da qui a casa il gruppo si divide in tre, Daniele in macchina io per asfalto, il Sello e Pabli in fuori strada.

voto:5 Paesaggio - 3,7 Percorso.