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Marocco Atlante 2007

Partenza da Azilal arrivo a Boumane du Dades. Km 398 – dislivello mt 8119 - n. 5 tappe. Il Raid parte ai piedi della catena dell’Atlante e lo cavalca prima di scendere dal versante opposto nella valle del Dades. E’ il primo Viaggio extraeuropeo dei Tenaci.
Organizzazione a cura di “Projecting Adventure Cyclism”.
Realizzato in OTT2007.

Pensieri...

Scarica i file con tutte le informazioni:

  1. Informazioni tecniche – logistiche - turistiche
  2. Cartina percorso
  3. Tabella km e dislivelli
Galleria Immagini
Marrakech minareto Koutubia
Marrakech place Djema El Fna
Marrakech il souk
Marrakech il souk
Marrakech il souk
Tappa 1
Tappa 1
Tappa 1
Tappa 1
Tappa 2
Tappa 2 Cathedral du Roches
Tappa 2
Tappa 2
Tappa 2
Tappa 2 Willy e Massimo di P.A.
Tappa 2
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Tappa 3
Tappa 3
Tappa 3
Tappa 3
Tappa 3
Tappa 4:  Piove!
Tappa 4
Tappa 4: arcobaleno
Tappa 4: Tizi Ouano passo a 3000 mt
Tappa 4: arcobaleno
Tappa 5: Valle del Dades
Tappa 5
Tappa 5
Tappa 5
Tappa 5
Tappa 5: Valle Dades
Tappa 5: l'hammada
Tappa 5
Arrivo a Boumane du Dades







































































































Il giorno dopo... (commenti)

Grazie a “Progetto Avventura”.
Era il 2005 quando parlando con Fafo me ne butta lì una: “sarebbe bello mettere un bel sigillo sulla nostra carriera di biker con un viaggio all’estero”.
Fu come buttare benzina sul fuoco, con il passare del tempo cominciammo ad elaborare l’idea, e poco alla volta ci convincemmo che forse era possibile. Si, ma dove, e soprattutto, con chi?
Quest’ultima domanda era la più importante perché stavolta era necessario un appoggio esterno da chi era più esperto di noi. Per circa un anno e mezzo cercammo informazioni e dalla rosa di Organizzazioni presenti sul mercato iniziammo a scremare. Diverse di queste proponevano mete, costi e tipo di organizzazione molto simili, si trattava di avere fortuna nella scelta.
Ma una di queste accese un lumicino, quasi apposta per essere vista più in profondità. Nelle pighe della proposta di viaggio vi erano nascosti i commenti di chi vi aveva partecipato. Li leggemmo tutti e capimmo.
Capimmo che dentro c’era quel qualcosa in più che somigliava enormemente al nostro modo di viaggiare, e proprio lì cadde la scelta.
Si parte, incontriamo l’Organizzazione, a Milano Massimo Alfero, a Marrakech Willy Mulonia.
Si apre un altro mondo, tutti i timori scompaiono, dopo due giorni è come averli conosciuti da sempre. 
E’ vero, non avevamo visto male, dentro Progetto Avventura c’è l’ingrediente che rende indimenticabile un Viaggio, un rapporto umano che raramente si trova.
Complimenti e Grazie ragazzi siete, e sarete, sempre Vincitori.    Pabli

I Commenti
Pabli
Ci vorrebbe un libro per descrivere le storie vissute, Marrakech con la sua piazza ed il suo souk, le bici del giorno dopo, le risate, il gruppo, la fatica, il caldo, il freddo, i panorami sempre diversi con tratti di Tanzania di Tibet di Mongolia di Colorado, le guide berbere, i Gite d'Etape, gli attraversamenti dei villaggi, il "bon bon" dei bambini, i giochi coi bambini, il "cinque" coi bambini, la quota 3000 metri, l'Hammam, i balli nella festa berbera, la commozione della sera, la psicologia della sera, le nuove belle Amicizie e la riscoperta di quelle vecchie, insomma mentre sto scrivendo ho ancora la pelle d'oca e potrei andare avanti ancora un bel po’ ma mi fermo qui.
Lascio per ultima una delle sensazioni più belle, dopo due giorni, pedalare con Massimo e Willy è come se fossero Tenaci da sempre, e ciò la dice lunga sul loro valore aggiunto.

Maraz
Alcuni sintomi, se curati in tempo, possono non dar luogo a problemi o malattie.
Ci sono sintomi che anche se curati per tempo, o addirittura prevenuti, scatenano comunque alterazioni non più controllabili.
Non mi è mai capitato di sentire una stretta di saluto tanto forte da togliere il respiro.
Non mi è mai capitato di terminare una vacanza con gli occhi lucidi di commozione salutando i partecipanti e gli organizzatori.
Martedi, descrivendo ad amici alcuni episodi, parlavo al presente e in prima persona “… a Marrakech siamo indietro di due ore… oppure… a Boulmane du Dades abbiamo il deserto davanti all’albergo…”
Mi manca il gite d’etape, quello della sera con la festa in paese.
Mi manca il dolore per le lunghe ore in sella, e non mi mancano le comodità che non avevamo.
Con Michela ci guardiamo, la discussione parte sempre su un tema della vacanza.
Ho sognato Willy e Massimo su una full che giravano con noi tra Scipione e Case Passeri.
Ho imparato che non è importante dove sei ma come ci sei.
Ho dato un milionesimo di quel che ho ricevuto, dagli incoraggiamenti dei bimbi berberi a cui dai felicità solo toccando la mano, alle lezioni di vita di Willy, dalle lezioni tecnico-fisiche di Massimo ai momenti di gruppo di Tatiana.
Sono tornato ricco, orgoglioso, felice, pieno di qualcosa che non ho ancora ben definito.
Sono tornato pronto a ripartire, sperando non rimanga utopia.

Bob
Massimo e Willy ci avevano promesso il viaggio più bello ... quello che ancora non avevamo fatto ... non era facile capire cosa volessero dire!
 
Nonostante le bici siano ancora in hotel, il viaggio inizia subito.
A Marrakech c’è la prima immersione in un mondo così diverso: devo fare un po’ di violenza su me stesso ed abbandonare i facili pregiudizi per sentirmi veramente ospite.
Mi accorgo subito che basta un saluto o un semplice sorriso, per creare relazioni e complicità che nel nostro ‘freddo’ occidente sono molto più macchinose.

E’ una miscela di colori, aromi, ritmi, voci. Non mi è facile descrivere la ricchezza di particolari affascinanti offerti dalle botteghe del suk. Qui puoi trovare di tutto, fissare immagini veramente inedite, gustare ottimi the alla menta, ma difficile non restare storditi da questo mare di sensazioni così avvolgenti.

Ad Azilal inizia il viaggio vero. Quello in bicicletta. Quello preparato nei minimi dettagli. Non mi sembra vero!
Ancora una volta, però, mi dimentico di tutto e mi tuffo in una natura che ti lascia senza fiato. Ad ogni curva il paesaggio cambia e attraversi zone aride, valli coltivate, pascoli, fiumi, canyon, passi di montagna e vorresti avere il  tempo di ‘guardare’ tutto, ma la strada è lunga ... e il mezzo di trasporto piuttosto lento.

Col passare dei giorni inizia a farsi sentire la fatica.
E’ un aiuto ad intraprendere un viaggio diverso, più interiore, ma non meno importante. Davanti a quelle lunghissime salite ho ripercorso i motivi che mi hanno indotto a partire, ciò che mi mancava e quello di cui avrei volentieri fatto a meno. Ho sicuramente potuto apprezzare l’umanità che mi circondava e goduto dell’esistenza di un gruppo unito da questo progetto.

Non è immediato acquisire la consapevolezza di vivere un’esperienza così speciale. Ci vuole tempo.
Il risveglio nel un sacco a pelo,  una veloce sciacquata al viso, la colazione all’aperto e ... via.
All’inizio era come se stessi attraversando le scene di un film, ma col passare dei giorni anche questo ‘viaggio nel tempo’ è diventato il quotidiano. E’ svanito lo stupore per la mancanza di energia elettrica, per gli asini che trascinavano aratri di legno, per i bambini che non chiedevano soldi ma biro e bon bon, per le donne che lavavano i panni nel fiume, per il telefonino tristemente muto.
Mi sono lasciato andare ed ho percepito un solo rammarico, quello di non aver potuto condividere con più persone questo benessere.

E alla fine la consapevolezza del “premio”.
La soddisfazione per averci creduto.
La gioia per esserci riuscito, nonostante i timori e le paure della vigilia.
L’entusiasmo per avercela fatta in gruppo, uniti nella stessa infantile euforia.
La ricchezza e la complicità di vecchi e nuovi compagni di viaggio.

Carissimi Massimo e Willy, avete mantenuto la promessa! Ancora un grazie ed un abbraccio a tutti.

Ringhiera
Il mio viaggio si riassume in questa splendida poesia di Borges.
E' da leggere prima di partire per ogni viaggio  e poi rileggere al ritorno per non fermarsi.
La dedico a tutti quanti hanno partecipato a questa avventura che, a giudicare dai messaggi di entusiasmo che sono circolati, sono rimasti scossi dalla bella esperienza;
la dedico anche a quanti purtroppo non hanno potuto esserci ma che spero possano partecipare alla prossima.
Mi associo a tutti i ringraziamenti per l'organizzazione e per il supporto ricevuto: ricordo in particolare una serata dopo una giornata particolarmente dura, di quelle serate che ti trascini in attesa di coricarti. Avevo sostituito camera d'aria e copertone che aveva un rigonfiamento preoccupante; al momento di infilarmi nel sacco a pelo, dal deposito "bike" dove erano in corso le ultime manutenzione dei mezzi, qualcuno segnala che la mia bike ha la gomma a terra. Lungi da me in quel momento l'idea di sistemare il mezzo, rimandando alla mattina seguente l'operazione. Non avevo però fatto i conti con l'organizzazione: senza lasciare nulla al caso, un angelo custode ha completato la manutenzione dei mezzi intervenendo anche sulle "disgrazie" altrui: grazie Massimo, grazie anche per quanto ti sei prodigato per il recupero della bike in aeroporto, quando ormai avevo già perso ogni speranza. Grazie Willy per tutto l'entusiasmo e per tutta la spontaneità.
Vorrei tanto che questo possa essere un arrivederci; alla prossima avventura.
Istanti
                                             Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
                                             Nella prossima cercherei di commettere più errori.
                                             Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
                                             Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
                                             di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
                                             Sarei meno igienico.

                                             Correrei più rischi,
                                             farei più viaggi,
                                             contemplerei più tramonti,
                                             salirei più montagne,
                                             nuoterei in più fiumi.

                                             Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
                                             mangerei più gelati e meno fave,
                                             avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.

                                             Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
                                             della loro vita sensati e con profitto;
                                             certo che mi sono preso qualche momento di allegria.

                                             Ma se potessi tornare indietro, cercherei
                                             di avere soltanto momenti buoni.
                                             Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
                                             di momenti: non perdere l'adesso.

                                             Io ero uno di quelli che mai
                                             andavano da nessuna parte senza un termometro,
                                             una borsa dell'acqua calda,
                                             un ombrello e un paracadute;
                                             se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

                                             Se potessi tornare a vivere
                                             comincerei ad andare scalzo all'inizio
                                             della primavera
                                             e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.

                                             Farei più giri in calesse,
                                             guarderei più albe,
                                             e giocherei con più bambini,
                                             se mi trovassi di nuovo la vita davanti.

                                             Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.

Caste
Per quello che mi riguarda i luoghi visti e le sensazioni provate sono fuori classifica ed i normali parametri di valutazione non sono adeguati.
Molte cose mi hanno attraversato mentre percorrevo quelle strade, come per tanti di noi descrivere tutto ció è molto difficile e forse anche un po' inutile. Ammiro le parole di chi ha già  scritto poiché rivivo in esse le sensazioni che ho provato, ma mi sembrano parole scritte solo per chi c'era.
Per me due immagini sopra tutte le altre: i paesaggi dei 3000 metri e il deserto.
Devo ammettere che sono partito preoccupato, ma in fondo è stato facile, diverso é stato il ritorno. Potrei dire che é stato piú difficile tornare che partire, anzi non sono ancora tornato, non completamente. Mi hanno detto che é normale cosí, chi vive una forte emozione non lascia mai completamente il luogo dell'esperienza.
A me, non era mai capitato.
Parlare di emozioni non è mai banale, a maggior ragione se ci si vuole far intendere, quindi mi limito a ringraziare chi ha condiviso con me il viaggio e soprattutto chi lo ha organizzato.
Io lo rifarei senza cambiare nulla. Il viaggio perfetto.

Rasti
...sia difficile aggiungere qualcosa.
Mi chiedo se nella mente di quelli che leggono queste e-mail e non sono venuti con noi non cominci a trapelare l'idea che in Marocco invece che a pedalare, chi l'ha fatto, siamo andati a fare dell'altro......
Comunque effettivamente l'euforia ed il benessere interiore sono cresciuti giorno per giorno facendoci raggiungere uno stato di beatitudine quasi mistico, chissà magari saremmo anche riusciti ad attraversare i carboni ardenti a piedi nudi !!??

Avendo fatto buona parte del viaggio in Jeep, infatti il tour è stato ribattezzato "ATLAS BIKE & JEEP MAROC 3", ho avuto probabilmente più degli altri la possibilità di riflettere su quello che vedevo e sentivo.
Riflettevo sulla condizione delle donne costrette a lavori massacranti e forse umilianti al punto da cercar di evitare in ogni modo di farsi fotografare.
Riflettevo su come le persone che incontravamo anche nei posti più sperduti trovavano naturale e piacevole scambiare 2 parole con l'autista della Jeep con un tono da "vecchi amiconi che si rivedono dopo tanto tempo".
Riflettevo sui bambini che ci rincorrevano anche scalzi sulle pietre pur di aver "una biro" o "un dolce".
Riflettevo sul fatto che io vedevo questi posti stupendi, forse perchè ancora intatti ed esenti da quel consumismo sfrenato che sta snaturando sempre più le ns. tradizioni ed i ns. valori, ma che probabilmente non ispirano gli stessi sentimenti nella gente che qui ci vive.

Ho cercato di fare una classifica, parola brutta ma non me ne viene un'altra, di cosa più mi è piaciuto.
Il paesaggio? Sicuramente molto bello ed affascinante, ma vuoi proprio che questo sia il luogo + bello al mondo?
La compagnia? Una buona parte (Tenaci) già nota . Sicuramente positivi e ben assortiti i nuovi compagni
Gli accompagnatori? Simpatici, spontanei e molto disponibili questi giovani Marocchini. Una piacevole sorpresa!
Gli organizzatori? Come si dice non c'è rosa senza spine, all'inizio mi avevano addirittura inserito come accompagnatrice!
Scherzo, molto simpatici, cordiali, suonati al punto giusto per queste cose.
Professionali?! Certo da uno che si è fatto 15000 km dalla Terra del Fuoco all'Alaska in MTB non puoi pretendere che si presenti con la 24 ore nella quale ha tutte le carte a posto ben rilegate e catalogate.
Su 5 giorni non ci è stato consegnato un road-book che corrispondesse al percorso del giorno dopo, però nessuno si è perso e nessuno è mai stato in difficoltà sulla rotta da seguire. Avevo scaricato dal sito di Progetto Avventura il programma del giro, non c'è stato un giorno che sia coinciso con quanto scritto, ma alla fine i KM e le altimetrie totali coincidevano....
                         
Credo che per riuscire a fare sta classifica dovrei fare un'altro viaggio del genere.
Magari in Patagonia a vedere il Perito Moreno o nella steppa Mongola per vedere se le donne sono veramente belle come dice Willy  o in Canada o.........
 Speriamo, io ci conto e come dicevano in Marocco "INCHALLA" e magari anche "INSCHELLA"
 WILLY anzi GUGLIELMO e MASSIMO SIETE FORTI!!!! taaaacc....

Giusi
Scrivo solo ora perché leggendo quello che hanno scritto i miei compagni di viaggio ho vissuto le stesse identiche sensazioni.
Comincio a capire che sono tornata e che vivo in questo mondo. Domenica uscendo in MTB mi sono resa conto che mancava qualcosa. Le strade erano deserte, i sentieri e i boschi anche. Ma il deserto dov’è, la o qua!
Mi mancano terribilmente i bambini che ti vengono incontro e ti seguono, non hanno paura a chiederti di provare la tua bici, mi mancano i gusti, i suoni, i colori, gli odori, le guide berbere… tutto di quei posti… e pensare che prima di partire avevo un po’ di timore verso questa gente…
Amici! Ogni difficoltà è stata superata insieme a voi.
Quando ero indietro mi avete aspettata.
Quando avevo freddo mi avete coperta.
Quando ho avuto bisogno ci siete sempre stati.
Tutto è andato bene grazie a voi tutti.
Quando sarà la prossima avventura?
Spero presto e tutti insieme.

Lorenzo (meteora)
Raccontare un viaggio così non si puo fare su un pezzo di carta, perchè e stato un insieme di mille cose.
Di paesaggi incredibili e sempre mutevoli che non puoi far star dentro la macchina fotografica ma che ti rimangono per sempre nella mente.
Di colori straordinari. Di odori intensi. Di sapori nuovi. Di persone, di sguardi con occhi neri e profondi.
Delle mani dei bambini che ti chiedono bon-bon e stilo, che ti salutano, che vogliono toccarti mentre passi.
Il viaggio mi ha fatto vivere momenti meravigliosi, con un gruppo di persone fantastiche. Il viaggio continua e il difficile forse, come qualcuno ha scritto, è il ritorno alla nostra vita di tutti i giorni.
Un grazie a tutti di tutto.

Claudio (meteora)
Ma, credo di avere commesso un errore imperdonabile: ho letto tutti i commenti dei miei compagni di viaggio e quindi mi trovo in difficoltà  nello scrivere qualcosa che non sia già  stato scritto. Ma poi mi riprendo subito e penso che in definitiva non è un compito in classe e quindi è anche possibile, oltre che probabile, che io abbia avuto le stesse sensazioni ed emozioni dei miei compagni di viaggio.
Ho scoperto una terra (ed un popolo) che mai avrei immaginato così bella ed ospitale ed un' ottima compagnia, prevalentemente formata da "gentlemen" della bicicletta, sempre curiosi ed accomodanti.
A Massimo e Willy vorrei solo dire che l'impostazione del viaggio si adatta perfettamente alle mie esigenze/aspettative attuali e quindi grazie di tutto e… continuate così.

Un abbraccio a tutti, spero di incontrarvi presto per un'altra avventura da affrontare con il sorriso sulle labbra, lo stesso che ancora ho io da quando sono rientrato dalla 3° Bike Atlas Maroc.